giovedì 20 settembre 2007

Gli amici degli amici

In politica l'espressione inglese spoils system (letteralmente: sistema dello spoglio) descrive una pratica per cui le forze politiche al governo distribuiscono a propri affiliati e simpatizzanti cariche istituzionali, la titolarità di uffici pubblici e posizioni di potere, come incentivo a lavorare per il partito o l'organizzazione politica. Sebbene le linee generali di questa pratica si possano ricondurre alla nozione di clientelismo, l'espressione spoils system non implica, originariamente, una connotazione negativa o l'idea che tale distribuzione di cariche sia necessariamente un abuso (in altre parole, si tratta di un'espressione moralmente neutra che descrive una prassi formalmente riconosciuta, e apertamente applicata, in determinati periodi storici negli Stati Uniti come in altri paesi). L'origine dell'espressione è il motto americano to the victor go the spoils ("ai vincitori va il bottino").

Allo spoils system si contrappone il merit system (letteralmente: sistema del merito) in base al quale la titolarità degli uffici pubblici viene assegnati a seguito di una valutazione oggettiva della capacità di svolgere le relative funzioni, senza tenere conto dell'affiliazione politica dei candidati. (da Wikipedia)



Vado un po' fuori dal seminato? Forse! In realtà chi segue quanto avviene negli ultimi tempi può ben intuire di cosa intendo parlare. Lasciamo stare lo spoils system, per così dire, nascosto, quello cioè che avviene attraverso una certa gestione dei concorsi pubblici, parliamo, invece, di quello che consiste nell'affidamento d'incarichi senza motivazione alcuna. Negli ultimi anni, nel mondo della scuola, il sistema è stato più usato di quanto si creda e ha coinvolto, soprattutto, il settore degli ispettori tecnici, oltre ovviamente quello dei vertici ministeriali. La figura dell'ispettore, in verità, e parsa per lungo tempo destinata all'estinzione e, ancora adesso, non è ben chiaro quale sia il suo ruolo. Un ruolo lo ha avuto e potrebbe continuare ad averlo, anche importante, nella scuola cosiddetta dell'autonomia. Ma non è di questo che voglio parlare. Quello su cui mi piacerebbe richiamare l'attenzione è, invece, la repentina assunzione alla funzione ispettiva di gente dai meriti indefniti e, spesso, dalla dubbia competenza, in virtù solo ed unicamente dei rapporti che"si possano ricondurre alla nozione di clientelismo", quando non si tratta d'altro. Lecca culi per dirla con altre parole. Ne conoscete? Ne avete visti in giro? Se ne segnala l'aumento e li si riconosce dall'arroganza unita all'incompetenza.



mercoledì 19 settembre 2007

Il paradigma dell'integrazione


L'integrazione assume, per molti aspetti, un valore paradigmatico. Un genitore preoccupato di trovare un buona scuola per il proprio figlio, dovrebbe indagare su come l'istituto accoglie i ragazzi con handicap. Se l'istituto sa integrarli nelle classi e in tutte le attività, allora vuol dire che ha un alto livello di attenzione per tutti, che non si limita ad impartire nozioni, ma si sforza di educare.
Spostando il discorso su di un piano più generale, i fischi rivolti al Ministro, in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico, dalle famiglie dei ragazzi con handicap, non depongono molto bene. In effetti la situazione si è fatta critica e i tagli ai docenti di sostegno pesano non poco sulla qualità degli interventi. A questo c'è da aggiungere che la stessa assistenza personale non è sufficientemente garantita.
Insomma siamo alle solite: normative avanzate alle quali poi non corrisponde un impegno adeguato in termini di risorse umane e materiali.

venerdì 7 settembre 2007

Buon inizio d'anno

Lunedì iniziano le lezioni e la scuola non ha le aule dove mettere i ragazzi. L'ente locale, nel mio caso la Provincia, che ha il compito di mettere a disposizione i locali, non lo ha fatto e non si è nemmeno preoccupata di comunicarlo. Sollecitata in tutti i modi, ha taciuto. Solo taciuto! Metto banchi e cattedre per strada?
Sono pieno di rabbia, questo è il vero interesse per la scuola.
L'obbligo a 16 anni, ma obbligo di che? Di una scuola che spesso non c'è?

giovedì 6 settembre 2007

Docenti assenteisti

Pugno di ferro contro i docenti assenteisti. Lo annuncia il ministro, parlando del decreto per l'ordinato avvio dell'anno scolastico, e danno grande risalto alla notizia giornali e tv. Il decreto ancora non l'ho letto. Ho imparato a diffidare della vulgata giornalistica, che spesso semplifica e non dà conto della realtà. Si tratta di argomenti complessi, che richiedono spesso una competenza tecnica. Occorre, quindi, prudenza. Alla luce della mia esperienza posso dire che la maggior parte delle assenze sono determinate e/o giustificate con certificati medici, subito dopo vengono quelle per assistenza ai parenti, riconosciute come diritto dalla famosa legge 104. Se non si riesce ad incidere su queste assenze, l'assenteismo resterà sempre molto alto.
Ora, sappiamo tutti, che c'è chi ci marcia e chi veramente non sta bene o deve assistere parenti con seri problemi. Certificati e visite fiscali, sino ad ora, non sono serviti a nulla. Si fa ciò che si può, potrebbe dire qualcuno. Ma è qui la piaga dell'assenteismo. Aspetto con fiducia di leggere il decreto.

lunedì 3 settembre 2007

W Dante

"Scuole Aperte", così si chiama il progetto nazionale che il Ministro vuole attuare quest'anno per prolungare l'orario di apertura delle scuole. 64.000.000 gli euro disponibili. Ma per far cosa? 30 milioni per attività di recupero e di lotta alla dispersione; 34 per provare ad innovare il modo di fare scuola. Ma come s' innova? Con più labotori scientifici (15 milioni), con la musica (2 milioni), con l'arte (2 milioni), con lo sport (2 milioni), con la storia locale, tolti poi i fondi (9 milioni) che servono per la pulizia, il personale ... , restano 2 milioni per ... approfondire lo studio di Dante. Sia chiaro a me Dante piace e pure molto. Ho fatto carte false per andare a sentire Benigni. Ma ho paura che Boccaccio, Petrarca, Leopardi, Manzoni e qualcun altro un pò s'incazzino.

domenica 2 settembre 2007

Più lettori, meno scrittori

Quanti sono gli insegnanti che scrivono poesie, racconti e storie locali? Sarei curioso di saperlo. Spesso nel corso dell’anno sono impegnato nel dribblare richieste d’acquisto. Le librerie scolastiche sono piene di prodotti dell’ingegno di docenti e pubblicate con un sacrificio economico diretto, da cui poi si cerca in qualche modo di rientrare. Soldi ed impegno meriterebbero sorte migliore. Sto ricevendo in questi giorni i nuovi docenti e, tanto per cambiare, non mancano, tra di loro, autori ingiustamente misconosciuti. Non sempre si riesce a sconfiggere le ingiustizie. Un consiglio: evitatele, non scrivete! Leggete magari e, se vi riesce, provate a far leggere i vostri alunni, che certo, di questi tempi, non è per niente facile.

“Dirigentemente” Ma che vuol dire?

Benvenuti! Tra qualche giorno parte un altro anno scolastico. Non è, di solito, una buona notizia. Non lo è per gli studenti e non lo è per gli insegnanti. In questo, almeno, s’assomigliano. Se vogliamo dirla tutta, non lo è neanche per me, che sono già qui e provo a rimettere insieme le idee per garantire un avvio ordinato. Come ogni anno ho un nemico mortale: lo scirocco, che puntualmente segna la fine d’agosto e il mese di settembre e rende faticosa ogni cosa. Quale sia il mio ruolo, a questo punto, credo si sia capito. Sono un dirigente e, che lo voglia o no, mi tocca essere solo. Col blog magari lo sarò di meno. Non so ancora cosa racconterò, probabilmente un pò di tutto. Vedremo.

Adso