giovedì 12 giugno 2008

Ancora sul programma della Gelmini

Resta ancora da dire qualcosa sul programma illustato dal Ministro in Commissione Cultura. Innanzitutto mi sembra importante rilevare il cambio di rotta rispetto agli ultimi anni, in materia di revisione costante delle norme ad ogni cambio di governo. Non può la scuola restare in una situazione di continua incertezza. E' opportuno, ha affermato il Ministro, "preservare e mettere a sistema quanto di buono è stato fatto dai miei predecessori". Mi sembra un'ottima idea!
E buona pure l'affermazione che "abbiamo bisogno di vero cambiamento, non di presunte riforme".
Il Ministro è poi tornata sul tema del bullismo per riaffermare la "tolleranza zero". Su questo, come su altri aspetti che spesso si propongono nell'esperienza quotidiana della scuola, occorrono norme chiare, che consentano di far fronte alle reazioni delle famiglie, sempre meno interessate all'educazione dei figli.
Una citazione, infine, colpisce del discorso del Ministro, una citazione di Antonio Gramsci sulla fatica dello studio come unico fattore di promozione sociale. Uno studio che è fatica, percorso d'adattamento, abito acquisito con lo sforzo, a volte con la noia e la sofferenza.
Come non essere d'accordo sia con le affermazioni di Gramsci che con la Mariastella che le cita, cogliendo, così, la natura profonda del problema dinanzi al quale si trova la società italiana?
Certo, son solo parole, per adesso. Staremo a vedere.




mercoledì 11 giugno 2008

The Gelmini Day

Il ministro ha parlato e lo ha fatto nella sede più opportuna, la Commissione Cultura della Camera. Ha illustrato quello che dovrebbe essere il suo programma per la scuola. Alcuni punti sembrano chiari e costituiscono una seria base di lavoro , altri un po' vaghi, altri, infine, non condivisibili, ma prevedibili.
Sgombriamo subito il campo da questi ultimi e in particolare dal riaffermato sostegno alle scuole private. Non poteva essere diversamente se si considerano le conclusione dell'ultimo vertice del PdL tra il Cavaliere e il Benedetto XVI, ma anche il trend storico, che ha visto impegnato governi di ogni sorta nelle regalie alla chiesa.
Un altro punto per me non condivisibile è quello relativo alle condizioni di salute della scuola italiana. Dice il Ministro che la scuola non è"... un malato terminale". Per me lo è! Giusto, però, che non lo sia per il Ministro.
Fumose erano le famose tre "I", tali, a maggior ragione, restano ora che Mariastella le ha fatte diventare quattro. In cosa si sostanzino, nella struttura della scuola italiana, tali priorità, infatti, non è dato sapere. Ecco perché fumose, ma magari il Ministro, poi, le chiarirà e darà loro sostanza. Certo risulta difficile capire perchè non ci sia tra le priorità il sapere scientifico-matematico. Perche non comincia per "I" ?
Altro aspetto, ahimè, fumoso e quello relativo all'incremento degli stipendi dei docenti. I dati delle medie europee, si conoscevano già, richiamarli serve solo ad alimentare il senso di frustrazione. Meglio farlo con i soldi in tasca. Ovviamente spero che i soldi ci siano, così come spero che non siano distribuiti a pioggia. Ci sono insegnanti per i quali lo stipendio attuale è anche troppo!
E siamo, così, ad uno dei punti di totale, piena ed incondizionata adesione al programma gelminiano : la meritocrazia , riferita, giustamente, sia ai professori che agli alunni e alle scuole. Il ministro la indica come uno dei tre pilastri del suo programma, insieme, com'è logico, all'autonomia e alla valutazione.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale, che troverà l'ostacolo principale nel conservatorismo corporativo dei sindacati. Ecco perchè, tra l'altro, sarà difficile lasciare lo scontro politico fuori dalla scuola e realizzare una grande alleanza.
Di questa rivoluzione, però, c'è bisogno, proprio perchè si tratta di curare un malato terminale e le mezze misure non bastano! Se non si sfonda qui, ce lo giochiamo definitivamente.

giovedì 5 giugno 2008

Il tormentone degli scrutini

Appena avviati o al via gli scrutini più tormentati degli ultimi anni. Al centro di tutto la oramai famosa "sospensione del giudizio". Cosa accadrà? Funzionerà il richiamo dei 50 euro l'ora e, quindi, si accentuerà il ricorso all'assegnazione del debito o, al contrario, non volendone sapere, si cercherà di limitarne il numero?
Da un primo esame le scelte sono differenziate, come differenziate sono le condizioni economiche dei singoli docenti. In molti,poi, c'è un atteggiamento coerente con quello degli altri anni per nulla , quindi, condizionato dalla faccenda.
Molto importante, poi, la scelta sui tempi dei corsi e delle prove d'esame. Mi sembra si sia fatta largo l'idea che la scelta migliore sia quella di fare subito i corsi di recupero e di concludere tutto con l'esame finale entro il 15 luglio.
Curiose però sono state le discussioni sull'argomento nei collegi dei docenti. Le posizioni assunte da molti docenti, sempre fondate sul sacro interesse degli studenti, potevano in molti casi essere riportate, pari pari, all'organizzazione delle vacanze di ognuno e , soprattutto, agli impegni estivi dei rispettivi mariti, liberi professionisti.
Significativo, poi, il fatto che nel liceo più prestigioso della mia città si sia scelto, invece, di fare i corsi subito e l'esame a fine agosto. Fare diversamente avrebbe rischiato di bloccare il mercato delle lezioni private, che nei licei non ha mai smesso di prosperare, ma che adesso conoscerà di certo una ulteriore ricca fioritura, nella lunga stagione che va fra la conclusione dei corsi e l'esame finale.
Interessante, infine, sarà vedere quale sarà la percentuale dei bocciati a conclusione dei corsi. La palla è tornata nelle mani dei docenti, che per anni hanno giustamente lamentato il pasticcio combinato da D'Onofrio con l'abolizione degli esami di riparazione. Avranno il coraggio di bocciare dopo la sospensione del giudizio? Se non lo faranno allora non sarà servito a niente, né servirà la soluzione della Gelmini, qualunque essa sia!

mercoledì 4 giugno 2008

Sanatorie ed epidemie

Mi capita sotto gli occhi il comunicato di un'associazione studentesca, la quale, dopo l'incontro con la Mariastella Gelmini, neoministro all'Istruzione, si dichiara insoddisfatta per l'indisponibilità a considerare la richiesta di sanatoria dei debiti.
A sostegno di questa richiesta, l'associazione ha raccolto 5000 firme on line e 20000 cartacee. Sinceramente me ne sarei aspettate di più! Spero che l'esiguità del numero di firme, considerata anche la diffusione su tutto il territorio dell'associazione in questione, oltre che i sostegni di cui gode, sia la manifestazione di una diffusa stanchezza nei confronti di una scuola pensata a misura di asini e scansafatiche.
Ma siamo o no il paese delle sanatorie, dei condoni e degli indulti? E allora meglio imparare da piccoli a praticare simili strumenti. L'associazione in questione, a quanto pare, è sulla buona strada.
Impressiona quanto la radice del termine"sanatoria" contraddica però lo stato di salute della scuola, che sembra in preda ad una vera epidemia d'ignoranza.
Il ministro non solo ha detto no alla richiesta di sanatoria, ma sembra abbia intenzione di accentuare la linea di condotta, tutto sommato un po' soft, di Fioroni; il Consiglio di Stato ha rigettato, intanto, il ricorso degli eterni ricorrenti dei cobas e i debiti andranno saldati entro l'estate.
Per provare a porre un argine all'epidemia occorre andare più a fondo, per adesso, almeno, non portiamo in processione gli ammalati!