sabato 29 dicembre 2007

Un altro passo in avanti

Cambiano le regole per l'accesso alle facoltà a numero chiuso. Non solo test ma anche curriculum scolastico, media dell'ultimo triennio e voto di diploma. Non si può dire che questo governo non vada con decisione verso un'idea più seria di scuola
"D'ora in poi - ha spiegato Fioroni - per l'accesso alle facoltà a numero chiuso pagherà il merito, non le furbizie e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco".

giovedì 13 dicembre 2007

Ancora sulla mucillagine

Continuo a pensare alla relazione di De Rita. Non è che non abbia di meglio da fare, è quello che vedo tutti i giorni che me la richiama di continuo. La mucillagine è tutto intorno a noi, forse siamo noi e lo è anche quella minoranza faziosa, citata e in qualche modo auspicata da De Rita, che crede di essere altra cosa. Ma, a proposito di questa minoranza, c'è, più che altro, il rischio dell'equivoco. Il rischio cioè d'individuarla in qualcuno o qualcosa che vediamo intorno a noi, che come tale vuole apparire. Io credo che la leopardiana "coscienza stretta" sia un fatto individuale, estremamente frammentato e disperso nella società italiana, largamente minoritario, senza rappresentanza alcuna sul piano sociale e meno che mai su quello politico, con poche rarefatte voci di riferimento su quello culturale. Sostanzialmente,quindi, invisibile.
Dovrebbero essere soprattutto le università e le scuole i luoghi delle "coscienze strette". La scuola dice De Rita è un parcheggio. Il parcheggio è proprio il posto dell'immobilità, dell'acqua stagnante, della mucillagine insomma. L'università, poi, è forse di peggio. Allora? Io intanto aspetto e cerco di capire l'ampiezza della mia coscienza.

sabato 8 dicembre 2007

Senza Commento

"Abbiamo piuttosto il sistema assicurativo, bancario, industriale - spiega De Rita - ma è roba di Profumo o di Passera, non è una questione che riguarda la collettività. Minoranze vitali che non riescono a trainare una società che non funziona". E che ormai è pronta al peggio, denuncia De Rita: "Il vaffanculo scritto dappertutto, la violenza, la volgarità, lo sballo, questa dimensione sempre più disadorna della cultura collettiva, la scuola dileggiata dai ragazzi che filmano gli insegnanti con il cellulare o provocano incendi".


Una società che ha perso le passioni, e che ha solo impulsi: "Abbiamo solo gente che aspira alla presenza, al suo momento di piece, come l'impulso ad esistere fosse l'unico rimasto dentro di noi. Una società mucillagine dove tutte le componenti stanno insieme perché accostate, non perché siano integrate". De Rita parla di "processo di desublimazione": "La libertà diventa disponibilità di se stesso, l'etica un elenco di 128 indicatori, la scuola un parcheggio: stiamo subendo un processo di desublimazione, per cui noi al popolo, e allo sviluppo di popolo, non possiamo più credere".

Nessuno vuole più responsabilità: è da qui, per il Censis, che bisogna ripartire se si vuole invece ritornare allo sviluppo collettivo, allo sviluppo di popolo: "La prima speranza è che la minoranza vitale si allarghi. L'anno scorso, quando parlavamo di una minoranza silenziosa, non ce l'ha fatta. Ma dobbiamo invece sperare in un allargamento della base vitale del sistema. La seconda è la moltiplicazione delle minoranze".

Speranze accompagnate da quella del ritorno della "coscienza stretta": citando Leopardi, De Rita afferma che gli italiani hanno una "coscienza larga". E citando il presidente del Consiglio, ricorda: "Prodi una volta in un momento di rabbia ha detto che questa società non è meglio della politica". E allora deve migliorare la società, si deve tornare a una coscienza stretta: persino una minoranza faziosa, ma forte dei propri valori, afferma De Rita, è meglio della "mucillagine".

da la Repubblica.it dell'8 dicembre 2007


SENZA COMMENTO!

giovedì 6 dicembre 2007

Montezemolo e i fannulloni


Dice Montezemolo che la percentuale di assenze dal servizio dei dipendenti statali si aggirerebbe intorno al 5% e ciò significherebbe una perdita secca di un punto del P.I.L.
Saltano su i sindacati e cosa rispondono al presidente di Confindustria? Che i dati, ovviamente, non sono esatti. Oggi, poi, interviene sulla questione anche il ministro Padoa Schioppa e, molto più timidamente, dice al ferrarista cotonato che non tutti gli statali sono fannulloni. A dire il vero questo lo aveva affermato anche Luca, riconoscendo la presenza nella P.A. di settori d'eccellenza.
Io, comunque, ho fatto una piccola indagine, che del resto faccio periodicamente, e ho verificato le percentuali di assenze degli insegnanti. Grosso modo, mi si torcono le budella a dare ragione al confindustriale, siamo proprio intorno al 5%. Non so in quanto si traduca in punti del P.I.L. e poi mi ha pure scocciato sto' pil, ma di certo si traduce in un forte disservizio e, spesso, in una vera e propria lesione del diritto allo studio, poiché comporta, in molti casi, una riduzione delle ore di lezione. Devo dire, però, che questi docenti pseudo-malaticci, provocano un danno ancora maggiore per il ruolo che rivestono e per il messaggio che, di conseguenza, trasmettono ai loro alunni sul piano etico e morale. Hai voglia poi a lamentarti dei comportamenti dei giovani!
Diceva una volta una battuta "Fermate il mondo voglio scendere!".

mercoledì 5 dicembre 2007

L'eccezione conferma la regola


"Ma è vero che quest'anno le vacanze di Natale cominciano prima?"
"Certo professoressa! Le lezioni terminano il 20 dicembre"
"Ci mancava solo questo"

lunedì 3 dicembre 2007

Fighetti, teppisti e nulla facenti

Ho letto in questi giorni sulla stampa di una gruppo di studenti che, per pochi euro, s'introduceva nelle scuole danneggiandole, allo scopo di bloccare le lezioni del giorno dopo. Mi ha divertito il nome dato dalla polizia di stato all'operazione che ha condotto alla loro individuazione: "Fighetti".
Poco mi appassionano i commenti di psicologi e pedagogisti, quasi sempre ovvi e inutili, che in questi casi accompagnano i resoconti. Ho sempre l'impressione che tutto oramai sia stato detto e che, semmai, sarebbe ora il caso d fare qualcosa. A parlare troppo si svia l'attenzione dal dato fondamentale: sono e restano teppisti e in quanto tali vanno puniti. Si comincia col dire che è colpa della famiglia, che la scuola stessa non fa abbastanza, che è la società che non va , e si finisce, tra una chiacchiera e l'altra, con il deresponsabilizzare il singolo. E se invece si cominciasse a punire seriamente?
Comunque, a me piacerebbe sapere qualcosa di più dei committenti, di quelli cioè che hanno tirato fuori 50 euro per un giorno di vacanza. La domanda che mi assilla è: ma non potevano farla lo stesso la vacanza? Chi è che li costringe ad andare a scuola? Mi convinco sempre più che, data l'opportunità a tutti, bisognerebbe lasciar perdere chi non sa o non ha voglia di approfittarne.

giovedì 22 novembre 2007

Sindacato o agenzia turistica?



Evviva oggi c'è l'assemblea sindacale! Tutti al mare!
Qualche anno fa, i docenti che decidevano di partecipare ad un'assemblea sindacale in orario di servizio, erano tenuti a firmare la presenza. Oggi non più. Così la maggior parte vi aderisce, ma, poi, all'assemblea ci arrivano in pochi. Il resto? Tutti a godersi una giornata di vacanza. Nè più nè meno di quanto accade in occasione delle assemblee studentesche. Intanto il servizio viene interrotto e si perdono giorni di scuola. Il sindacato conosce bene la questione , ma di trovarvi un rimedio non se ne parla proprio. Meglio curare il particolare, anche se misero, della categoria, che assumere gli interessi generali della scuola pubblica.

martedì 20 novembre 2007

Sommerso, letteralmente sommerso da docenti in crisi che pensano di risolvere le proprie difficoltà relazionali, ma anche professionali, ricorrendo a richieste incessanti di provvedimenti disciplinari. Ce n'è uno che vuole sospendere un'allieva perché gli ha sbuffato in faccia. Io gli avrei proprio spernacchiato in faccia. Ce n'è un altro che vuole dei provvedimenti per un ragazzo che non ha molta voglia di lavorare, dopo che per un anno intero è stato lui a non combinare nulla. E così di questo passo. I registri sono ricolmi di note inutili, gli studenti ne fanno collezione. Quelli però che più mi fanno incazzare sono quelli che mandano il bidello a chiedermi un intervento in classe, quando, registro alla mano, non sono loro stessi a scender in presidenza , col viso stravolto, a chiedermi un intervento. Mi fanno incazzare perché, così facendo, dimostrano quanto sia antica la loro concezione della scuola e, soprattutto, quanto siano loro stessi degli emeriti incapaci.
Niente mi deprime di più del dover andare dietro certi piagnistei: da docente non ho mai avuto bisogno di metter mano al registro e tanti continuano ad insegnare senza mai doverlo fare.
Avanti, allora, sino alla prossima sospensione dalle lezioni! Magari potessi sospendere a vita
qualche insegnate.

domenica 4 novembre 2007

Chi ben cominicia ...

Domani alle 8.00 devo decidere se riammettere o meno in classe un'alunna. La madre, a seguito di un procedimento disciplinare aveva chiesto il nulla osta per il trasferimento ad altro istituto. La richiesta aveva reso tutti felici, soprattutto i suoi insegnanti. Ma la ragazza in un'altra scuola non ci vuole proprio andare e, quindi, io ora devo decidere cosa fare. So che non ne verrà niente di buono, comunque io decida di comportarmi.
Alle 8.30 ho convocato i genitori di una ragazzina di 1^, che con il suo comportamento mette in crisi un'intera classe. Cosa dovrò dire loro? Ma soprattutto cosa posso aspettarmi da loro? So, per esperienza, che la famiglia in questi casi o è poco collaborativa o è comunque del tutto incapace di collaborare. Se così non fosse, probabilmente non saremmo neanche giunti a questo punto.
Alle 9.00, infine, vedrò i genitori di un ragazzo scoperto a fare riprese in classe con il telefonino.
P.S. Dimenticavo, la mia è una scuola tranquilla,

giovedì 25 ottobre 2007

Estreme estremità

Prof. "Preside mi servirebbe un libro per delle lezioni con dei ragazzi in difficoltà"
Preside "Va bene Prof., mi dica di che libro si tratta e lo acquistiamo"
Prof. "Allora domani le porto le estremità"

domenica 14 ottobre 2007

Partito Democratico

Tra poco più di un'ora chiudono i seggi. Alla fine andrò a votare. Perché?
  1. Perché farlo, forse, non serve, ma non farlo certo non serve
  2. Perché Grillo mi stava antipatico anche quando usciva in tv
  3. Perché può servire a contrastare il ritorno di Berlusconi
  4. Perché i fascisti sono sempre fascisti, che si chiamino Fini o Storace
  5. Perché mi piacciono gli album della Panini
  6. Perché sono d'accordo con Scalfari
  7. Perché anche se mi piacciono le figurine dei calciatori, voto la Bindi
  8. Perché proprio non sopporto Berlusconi, manco Rutelli, ma Berlusconi è peggio
  9. Perché W la Resistenza e il pugno chiuso non è come il braccio teso
  10. Perché anche se voto Bindi non mi dispiace nè WalterEnrico
  11. Perché la democrazia la si può uccidere in tanti modi: alla Berlusconi ma anche alla Grillo
  12. Perché non mi piace Fioroni e non ne capisce niente di scuola, ma meglio della Moratti
  13. Perché la mia vicina che vede Rete 4 non va a votare
  14. Perché non credo alle quote rosa ma voto la Bindi
  15. Perché meglio ma molto meglio ma molto meglio e più meglio assai Prodi di Berlusconi
  16. Perché voto per uno stato laico e democratico, ma non so se lo vedrò mai.
VOTA PURE LEI!


SPERIAMO NON SI PRESENTI PURE IL PAPA

giovedì 11 ottobre 2007

Critica sempre autocritica mai

Ma qualcuno nel nostro paese è disposto ad accettare un risultato negativo? Sembrerebbe proprio di no!
Ieri è toccato alle elezioni, ora sono i risultati del referendum sul welfare ad essere messi in discussione. Io non so, ma mi sembra tutto assurdo. A scuola i dati sono stati del tutto corrispondenti a quelli nazionali. Possibile che chi ha perso non sa prenderne atto e , magari, riflettere sul risultato, invece di sproloquiare su brogli e sciocchezze simili. Forse sarebbe più proficuo ragionare sulle proprie posizioni e cercare di capire in che cosa sono sbagliate.
Ma l'autovalutazione non è una pratica diffusa.
A scuola il problema è noto. Per i genitori i risultati negativi dei figli sono sempre il frutto di un'ingiustizia. Per i docenti i risultati scadenti sono sempre l'effetto di uno scarso impegno nello studio.
La colpa o è dell'arbitro o della sfortuna.
Insomma i cambiamenti di cui l'Italia avrebbe bisogno sono culturali, prima ancora che politici.

mercoledì 10 ottobre 2007

Chi paga?

Anche docenti che languono per un intero anno, diventano super dinamici quando s'arriva al momento dell'adozione dei libri di testo. Si ha un bel ripetere che nel cambiare un libro bisogna andarci cauti, che spesso ciò comporta un aggravio dei costi per le famiglie e nessun beneficio per la didattica. La smania è incontenibile, la voglia irrefrenabile, tanto che spesso si commettono degli errori e a pagarne i costi sono le famiglie.

Oggi è venuto fuori che un'intera classe ha acquistato un testo errato per colpa del docente. Che fare? Io provo a far pagare il danno al docente. Non so se formalmente sia corretto, di certo è giusto! Ma sono tante le cose giuste su cui purtroppo non si riesce a far niente.

martedì 9 ottobre 2007

W GLI ESAMI DI RIPARAZIONE


Al ginnasio una docente di francese mi rimandò e mi consigliò amichevolmente un suo amico per le lezioni private. Nulla di strano, era malcostume diffuso. Con l'abolizione degli esami di riparazione, le cose cambiarono, ma non del tutto. Soprattutto nei licei i consigli amichevoli ci sono stati ancora. Del resto si sa, i docenti liceali hanno un amore particolare per i loro discenti.
Ora gli esami ritornano! Tornerà, come paventava qualche giorno fa Repubblica, anche la pratica delle lezioni private? Può essere, l'importante è che le scuole facciano e bene i corsi di recupero di cui parla il decreto. Importante anche che i presidi tengano gli occhi aperti e mettano sull'avviso le famiglie dai consigli interessati. Nulla dà più fastidio alla stragrande maggioranza dei docenti che vedersi bistrattati per colpa di qualche disonesto/a.
Tutto questo, però, nulla toglie alla diffusa soddisfazione per questo ritorno.
W GLI ESAMI DI RIPARAZIONE! ABBASSO I DEBITI INSOLUTI!
Dopo il ritorno all'ammissione per l'esame di stato, è un altro passo in avanti verso la scuola più seria. Ne occorrono ancora altri, ma s'incomincia a marciare. C'è da sperare che presidi e insegnanti sappiano cogliere l'occasione, fregandosene dello spauracchio dei ricorsi.
Le associazioni studentesche, ovviamente, non l'hanno colta. Il corporativismo regna sovrano in questo nostro paese, variamente mascherato e senza frontiere ideologiche. Di furbetti, pronti a cavalcare ogni tigre o gatto di passaggio ce ne sono tanti. Ognuno cura solo e soltanto il proprio orticello. Pochi guardano all'interesse generale, anche quando se ne riempiono la bocca. La lezione, questa sì, l'hanno ben capita i capetti di queste associazioni, non possono, in nessun caso, essere rimandati!

venerdì 5 ottobre 2007

Bamboccioni

L'Italia è un paese ipocrita. Padoa Schioppa non è un politico e non si è reso conto che anche i bamboccioni votano e, a dire il vero, siedono anche in Parlamento. Se la poteva risparmiare quell'espressione? Forse! Ma il can can che si è scatenato è solo frutto dell'ipocrisia. Che sia cresciuta una generazione di bamboccioni è fuori discussione. Certo la colpa è di chi l'ha cresciuta, ma questo è già un altro discorso.
La scuola è un osservatorio privilegiato per dare un giudizio sulla veridicità dell'espressione dell'ingenuo Schioppa.
Quante volte la mamma o il papà arrivano trafelati perché il bimbo o la bimba hanno chiamato per dire che fa loro male il pancino o che il professore cattivo li ha sgridati. Il bimbo e la bimba di cui parlo, a scanso di equivoci, hanno almeno 15-16 anni. La scuola risente di questo atteggiamento delle famiglie, ma la scuola è fatta di uomini e donne che si comportano poi coi propri figli in modo identico. Ma la scuola stessa, come sistema, non ha sino ad ora seguito questa linea di condotta? Esami facili, debitucci mai pagati, promozioni poco sudate ...
Solo un piccolo episodio, estremo forse, ma significativo. Ho letto tempo fa di alcuni studenti che sono penetrati nella propria scuola di notte, arrecando notevoli danni. Sono stati, una volta tanto, individuati e il preside ha pensato bene che non fosse necessario adottare neppure dei provvedimenti disciplinari. Erano pentiti! Evviva il pentimento. Siamo il paese del pentimento e di una generazione di bamboccioni!

giovedì 20 settembre 2007

Gli amici degli amici

In politica l'espressione inglese spoils system (letteralmente: sistema dello spoglio) descrive una pratica per cui le forze politiche al governo distribuiscono a propri affiliati e simpatizzanti cariche istituzionali, la titolarità di uffici pubblici e posizioni di potere, come incentivo a lavorare per il partito o l'organizzazione politica. Sebbene le linee generali di questa pratica si possano ricondurre alla nozione di clientelismo, l'espressione spoils system non implica, originariamente, una connotazione negativa o l'idea che tale distribuzione di cariche sia necessariamente un abuso (in altre parole, si tratta di un'espressione moralmente neutra che descrive una prassi formalmente riconosciuta, e apertamente applicata, in determinati periodi storici negli Stati Uniti come in altri paesi). L'origine dell'espressione è il motto americano to the victor go the spoils ("ai vincitori va il bottino").

Allo spoils system si contrappone il merit system (letteralmente: sistema del merito) in base al quale la titolarità degli uffici pubblici viene assegnati a seguito di una valutazione oggettiva della capacità di svolgere le relative funzioni, senza tenere conto dell'affiliazione politica dei candidati. (da Wikipedia)



Vado un po' fuori dal seminato? Forse! In realtà chi segue quanto avviene negli ultimi tempi può ben intuire di cosa intendo parlare. Lasciamo stare lo spoils system, per così dire, nascosto, quello cioè che avviene attraverso una certa gestione dei concorsi pubblici, parliamo, invece, di quello che consiste nell'affidamento d'incarichi senza motivazione alcuna. Negli ultimi anni, nel mondo della scuola, il sistema è stato più usato di quanto si creda e ha coinvolto, soprattutto, il settore degli ispettori tecnici, oltre ovviamente quello dei vertici ministeriali. La figura dell'ispettore, in verità, e parsa per lungo tempo destinata all'estinzione e, ancora adesso, non è ben chiaro quale sia il suo ruolo. Un ruolo lo ha avuto e potrebbe continuare ad averlo, anche importante, nella scuola cosiddetta dell'autonomia. Ma non è di questo che voglio parlare. Quello su cui mi piacerebbe richiamare l'attenzione è, invece, la repentina assunzione alla funzione ispettiva di gente dai meriti indefniti e, spesso, dalla dubbia competenza, in virtù solo ed unicamente dei rapporti che"si possano ricondurre alla nozione di clientelismo", quando non si tratta d'altro. Lecca culi per dirla con altre parole. Ne conoscete? Ne avete visti in giro? Se ne segnala l'aumento e li si riconosce dall'arroganza unita all'incompetenza.



mercoledì 19 settembre 2007

Il paradigma dell'integrazione


L'integrazione assume, per molti aspetti, un valore paradigmatico. Un genitore preoccupato di trovare un buona scuola per il proprio figlio, dovrebbe indagare su come l'istituto accoglie i ragazzi con handicap. Se l'istituto sa integrarli nelle classi e in tutte le attività, allora vuol dire che ha un alto livello di attenzione per tutti, che non si limita ad impartire nozioni, ma si sforza di educare.
Spostando il discorso su di un piano più generale, i fischi rivolti al Ministro, in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico, dalle famiglie dei ragazzi con handicap, non depongono molto bene. In effetti la situazione si è fatta critica e i tagli ai docenti di sostegno pesano non poco sulla qualità degli interventi. A questo c'è da aggiungere che la stessa assistenza personale non è sufficientemente garantita.
Insomma siamo alle solite: normative avanzate alle quali poi non corrisponde un impegno adeguato in termini di risorse umane e materiali.

venerdì 7 settembre 2007

Buon inizio d'anno

Lunedì iniziano le lezioni e la scuola non ha le aule dove mettere i ragazzi. L'ente locale, nel mio caso la Provincia, che ha il compito di mettere a disposizione i locali, non lo ha fatto e non si è nemmeno preoccupata di comunicarlo. Sollecitata in tutti i modi, ha taciuto. Solo taciuto! Metto banchi e cattedre per strada?
Sono pieno di rabbia, questo è il vero interesse per la scuola.
L'obbligo a 16 anni, ma obbligo di che? Di una scuola che spesso non c'è?

giovedì 6 settembre 2007

Docenti assenteisti

Pugno di ferro contro i docenti assenteisti. Lo annuncia il ministro, parlando del decreto per l'ordinato avvio dell'anno scolastico, e danno grande risalto alla notizia giornali e tv. Il decreto ancora non l'ho letto. Ho imparato a diffidare della vulgata giornalistica, che spesso semplifica e non dà conto della realtà. Si tratta di argomenti complessi, che richiedono spesso una competenza tecnica. Occorre, quindi, prudenza. Alla luce della mia esperienza posso dire che la maggior parte delle assenze sono determinate e/o giustificate con certificati medici, subito dopo vengono quelle per assistenza ai parenti, riconosciute come diritto dalla famosa legge 104. Se non si riesce ad incidere su queste assenze, l'assenteismo resterà sempre molto alto.
Ora, sappiamo tutti, che c'è chi ci marcia e chi veramente non sta bene o deve assistere parenti con seri problemi. Certificati e visite fiscali, sino ad ora, non sono serviti a nulla. Si fa ciò che si può, potrebbe dire qualcuno. Ma è qui la piaga dell'assenteismo. Aspetto con fiducia di leggere il decreto.

lunedì 3 settembre 2007

W Dante

"Scuole Aperte", così si chiama il progetto nazionale che il Ministro vuole attuare quest'anno per prolungare l'orario di apertura delle scuole. 64.000.000 gli euro disponibili. Ma per far cosa? 30 milioni per attività di recupero e di lotta alla dispersione; 34 per provare ad innovare il modo di fare scuola. Ma come s' innova? Con più labotori scientifici (15 milioni), con la musica (2 milioni), con l'arte (2 milioni), con lo sport (2 milioni), con la storia locale, tolti poi i fondi (9 milioni) che servono per la pulizia, il personale ... , restano 2 milioni per ... approfondire lo studio di Dante. Sia chiaro a me Dante piace e pure molto. Ho fatto carte false per andare a sentire Benigni. Ma ho paura che Boccaccio, Petrarca, Leopardi, Manzoni e qualcun altro un pò s'incazzino.

domenica 2 settembre 2007

Più lettori, meno scrittori

Quanti sono gli insegnanti che scrivono poesie, racconti e storie locali? Sarei curioso di saperlo. Spesso nel corso dell’anno sono impegnato nel dribblare richieste d’acquisto. Le librerie scolastiche sono piene di prodotti dell’ingegno di docenti e pubblicate con un sacrificio economico diretto, da cui poi si cerca in qualche modo di rientrare. Soldi ed impegno meriterebbero sorte migliore. Sto ricevendo in questi giorni i nuovi docenti e, tanto per cambiare, non mancano, tra di loro, autori ingiustamente misconosciuti. Non sempre si riesce a sconfiggere le ingiustizie. Un consiglio: evitatele, non scrivete! Leggete magari e, se vi riesce, provate a far leggere i vostri alunni, che certo, di questi tempi, non è per niente facile.

“Dirigentemente” Ma che vuol dire?

Benvenuti! Tra qualche giorno parte un altro anno scolastico. Non è, di solito, una buona notizia. Non lo è per gli studenti e non lo è per gli insegnanti. In questo, almeno, s’assomigliano. Se vogliamo dirla tutta, non lo è neanche per me, che sono già qui e provo a rimettere insieme le idee per garantire un avvio ordinato. Come ogni anno ho un nemico mortale: lo scirocco, che puntualmente segna la fine d’agosto e il mese di settembre e rende faticosa ogni cosa. Quale sia il mio ruolo, a questo punto, credo si sia capito. Sono un dirigente e, che lo voglia o no, mi tocca essere solo. Col blog magari lo sarò di meno. Non so ancora cosa racconterò, probabilmente un pò di tutto. Vedremo.

Adso