sabato 29 dicembre 2007

Un altro passo in avanti

Cambiano le regole per l'accesso alle facoltà a numero chiuso. Non solo test ma anche curriculum scolastico, media dell'ultimo triennio e voto di diploma. Non si può dire che questo governo non vada con decisione verso un'idea più seria di scuola
"D'ora in poi - ha spiegato Fioroni - per l'accesso alle facoltà a numero chiuso pagherà il merito, non le furbizie e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco".

giovedì 13 dicembre 2007

Ancora sulla mucillagine

Continuo a pensare alla relazione di De Rita. Non è che non abbia di meglio da fare, è quello che vedo tutti i giorni che me la richiama di continuo. La mucillagine è tutto intorno a noi, forse siamo noi e lo è anche quella minoranza faziosa, citata e in qualche modo auspicata da De Rita, che crede di essere altra cosa. Ma, a proposito di questa minoranza, c'è, più che altro, il rischio dell'equivoco. Il rischio cioè d'individuarla in qualcuno o qualcosa che vediamo intorno a noi, che come tale vuole apparire. Io credo che la leopardiana "coscienza stretta" sia un fatto individuale, estremamente frammentato e disperso nella società italiana, largamente minoritario, senza rappresentanza alcuna sul piano sociale e meno che mai su quello politico, con poche rarefatte voci di riferimento su quello culturale. Sostanzialmente,quindi, invisibile.
Dovrebbero essere soprattutto le università e le scuole i luoghi delle "coscienze strette". La scuola dice De Rita è un parcheggio. Il parcheggio è proprio il posto dell'immobilità, dell'acqua stagnante, della mucillagine insomma. L'università, poi, è forse di peggio. Allora? Io intanto aspetto e cerco di capire l'ampiezza della mia coscienza.

sabato 8 dicembre 2007

Senza Commento

"Abbiamo piuttosto il sistema assicurativo, bancario, industriale - spiega De Rita - ma è roba di Profumo o di Passera, non è una questione che riguarda la collettività. Minoranze vitali che non riescono a trainare una società che non funziona". E che ormai è pronta al peggio, denuncia De Rita: "Il vaffanculo scritto dappertutto, la violenza, la volgarità, lo sballo, questa dimensione sempre più disadorna della cultura collettiva, la scuola dileggiata dai ragazzi che filmano gli insegnanti con il cellulare o provocano incendi".


Una società che ha perso le passioni, e che ha solo impulsi: "Abbiamo solo gente che aspira alla presenza, al suo momento di piece, come l'impulso ad esistere fosse l'unico rimasto dentro di noi. Una società mucillagine dove tutte le componenti stanno insieme perché accostate, non perché siano integrate". De Rita parla di "processo di desublimazione": "La libertà diventa disponibilità di se stesso, l'etica un elenco di 128 indicatori, la scuola un parcheggio: stiamo subendo un processo di desublimazione, per cui noi al popolo, e allo sviluppo di popolo, non possiamo più credere".

Nessuno vuole più responsabilità: è da qui, per il Censis, che bisogna ripartire se si vuole invece ritornare allo sviluppo collettivo, allo sviluppo di popolo: "La prima speranza è che la minoranza vitale si allarghi. L'anno scorso, quando parlavamo di una minoranza silenziosa, non ce l'ha fatta. Ma dobbiamo invece sperare in un allargamento della base vitale del sistema. La seconda è la moltiplicazione delle minoranze".

Speranze accompagnate da quella del ritorno della "coscienza stretta": citando Leopardi, De Rita afferma che gli italiani hanno una "coscienza larga". E citando il presidente del Consiglio, ricorda: "Prodi una volta in un momento di rabbia ha detto che questa società non è meglio della politica". E allora deve migliorare la società, si deve tornare a una coscienza stretta: persino una minoranza faziosa, ma forte dei propri valori, afferma De Rita, è meglio della "mucillagine".

da la Repubblica.it dell'8 dicembre 2007


SENZA COMMENTO!

giovedì 6 dicembre 2007

Montezemolo e i fannulloni


Dice Montezemolo che la percentuale di assenze dal servizio dei dipendenti statali si aggirerebbe intorno al 5% e ciò significherebbe una perdita secca di un punto del P.I.L.
Saltano su i sindacati e cosa rispondono al presidente di Confindustria? Che i dati, ovviamente, non sono esatti. Oggi, poi, interviene sulla questione anche il ministro Padoa Schioppa e, molto più timidamente, dice al ferrarista cotonato che non tutti gli statali sono fannulloni. A dire il vero questo lo aveva affermato anche Luca, riconoscendo la presenza nella P.A. di settori d'eccellenza.
Io, comunque, ho fatto una piccola indagine, che del resto faccio periodicamente, e ho verificato le percentuali di assenze degli insegnanti. Grosso modo, mi si torcono le budella a dare ragione al confindustriale, siamo proprio intorno al 5%. Non so in quanto si traduca in punti del P.I.L. e poi mi ha pure scocciato sto' pil, ma di certo si traduce in un forte disservizio e, spesso, in una vera e propria lesione del diritto allo studio, poiché comporta, in molti casi, una riduzione delle ore di lezione. Devo dire, però, che questi docenti pseudo-malaticci, provocano un danno ancora maggiore per il ruolo che rivestono e per il messaggio che, di conseguenza, trasmettono ai loro alunni sul piano etico e morale. Hai voglia poi a lamentarti dei comportamenti dei giovani!
Diceva una volta una battuta "Fermate il mondo voglio scendere!".

mercoledì 5 dicembre 2007

L'eccezione conferma la regola


"Ma è vero che quest'anno le vacanze di Natale cominciano prima?"
"Certo professoressa! Le lezioni terminano il 20 dicembre"
"Ci mancava solo questo"

lunedì 3 dicembre 2007

Fighetti, teppisti e nulla facenti

Ho letto in questi giorni sulla stampa di una gruppo di studenti che, per pochi euro, s'introduceva nelle scuole danneggiandole, allo scopo di bloccare le lezioni del giorno dopo. Mi ha divertito il nome dato dalla polizia di stato all'operazione che ha condotto alla loro individuazione: "Fighetti".
Poco mi appassionano i commenti di psicologi e pedagogisti, quasi sempre ovvi e inutili, che in questi casi accompagnano i resoconti. Ho sempre l'impressione che tutto oramai sia stato detto e che, semmai, sarebbe ora il caso d fare qualcosa. A parlare troppo si svia l'attenzione dal dato fondamentale: sono e restano teppisti e in quanto tali vanno puniti. Si comincia col dire che è colpa della famiglia, che la scuola stessa non fa abbastanza, che è la società che non va , e si finisce, tra una chiacchiera e l'altra, con il deresponsabilizzare il singolo. E se invece si cominciasse a punire seriamente?
Comunque, a me piacerebbe sapere qualcosa di più dei committenti, di quelli cioè che hanno tirato fuori 50 euro per un giorno di vacanza. La domanda che mi assilla è: ma non potevano farla lo stesso la vacanza? Chi è che li costringe ad andare a scuola? Mi convinco sempre più che, data l'opportunità a tutti, bisognerebbe lasciar perdere chi non sa o non ha voglia di approfittarne.