mercoledì 4 giugno 2008

Sanatorie ed epidemie

Mi capita sotto gli occhi il comunicato di un'associazione studentesca, la quale, dopo l'incontro con la Mariastella Gelmini, neoministro all'Istruzione, si dichiara insoddisfatta per l'indisponibilità a considerare la richiesta di sanatoria dei debiti.
A sostegno di questa richiesta, l'associazione ha raccolto 5000 firme on line e 20000 cartacee. Sinceramente me ne sarei aspettate di più! Spero che l'esiguità del numero di firme, considerata anche la diffusione su tutto il territorio dell'associazione in questione, oltre che i sostegni di cui gode, sia la manifestazione di una diffusa stanchezza nei confronti di una scuola pensata a misura di asini e scansafatiche.
Ma siamo o no il paese delle sanatorie, dei condoni e degli indulti? E allora meglio imparare da piccoli a praticare simili strumenti. L'associazione in questione, a quanto pare, è sulla buona strada.
Impressiona quanto la radice del termine"sanatoria" contraddica però lo stato di salute della scuola, che sembra in preda ad una vera epidemia d'ignoranza.
Il ministro non solo ha detto no alla richiesta di sanatoria, ma sembra abbia intenzione di accentuare la linea di condotta, tutto sommato un po' soft, di Fioroni; il Consiglio di Stato ha rigettato, intanto, il ricorso degli eterni ricorrenti dei cobas e i debiti andranno saldati entro l'estate.
Per provare a porre un argine all'epidemia occorre andare più a fondo, per adesso, almeno, non portiamo in processione gli ammalati!

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