giovedì 20 marzo 2008

7 su 10

Sette alunni su dieci delle scuole superiori registrano almeno un’insufficienza. Negli istituti professionali, gli “insufficienti” sono 8 su 10.
Dovranno essere superate circa 8 milioni di insufficienze: in media quattro debiti ogni studente.
Il dato impressiona e conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, la crisi della scuola italiana. Va detto che è la prima volta che viene effettuata questa rilevazione e, quindi, non è possibile individuare le tendenze. Non si può capire, ad esempio, se e quanto queste percentuali possano essere influenzate dalle disposizioni in materia di corsi di recupero e, soprattutto, dalla rilevanza dei compensi orari previsti (50 euro l'ora). Qualche collega afferma che molti docenti hanno accentuato le insufficienze per poter tenere i corsi. Personalmente non ho avuto questa impressione.
Certo sarebbe bene capire se il Ministro nel dettare le norme relative al recupero, avesse o meno previsto questi dati, che hanno quasi prosciugato i fondi impegnati per i corsi, mentre c'è ancora da far fronte a quelli estivi.
Nella mia scuola, su un migliaio di studenti, nonostante siano state attivate altre modalità di recupero, si sono spesi circa 40.000 euro ... nei prossimi giorni vedremo con quali risultati.
Molte delle cose di questa storia dei recuperi mi vedono d'accordo, ma molte altre non mi convincono. Mi sembra che vi sia un'ispirazione di fondo secondo la quale tutti, a certe condizioni, possono raggiungere gli stessi risultati o, quanto meno, dei risultati sufficienti. Non è questo che mi dice l'esperienza di questi anni, d'insegnamento prima e di direzione poi.
Credo, sempre più, che insistere su questa linea finisca col compromettere la qualità complessiva, è anche in questo tipo di scelte pedagogiche, forse, una delle cause della crisi della scuola.
Tornando ai dati sulle insufficienze del primo quadrimestre, devo dire che sarebbe stato molto utile avere, oltre a quelli per tipologia d'istituto, per anno di corso e per materia, anche quelli per area geografica. Purtroppo non ci sono e, sapendo che in genere sono peggiori delle medie nazionali, mi viene a mancare un importante elemento di confronto. La mia media generale, infatti, è più alta rispetto a quella nazionale, anche se poi vi sono dei dati che consentono analisi molto interessanti sia per anno che per disciplina. Confortanti, ad esempio, i risultati d'italiano e matematica, decisamente al di sotto delle medie nazionali, da comprendere quelli di lingua straniera, talmente al di sopra da segnalare l'esistenza di un qualche problema di valutazione.
Certo resta il problema della mancata definizione di standard nazionali e di sostanziale assenza di criteri di valutazione uniformi. Ma è fuori di dubbio che le chiacchiere di chi contesta le rilevazioni internazionali, sono solo e soltanto la stupida espressione di una difesa corporativa, del tutto immotivata.
Comunque la si giri, la frittata è sempre quella! Occorre prenderne atto e muoversi con decisione senza guardare in faccia nessuno, senza compromessi o mediazioni. La scuola va rifondata, tutto il resto è noia.


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