sabato 5 aprile 2008

Io voto e voto Veltroni

Mi è stata girata, da un caro amico, con l'invito a diffonderla, una mail che esorta all'astensionismo motivato, in occasione delle prossime elezioni. Aldilà degli aspetti tecnico-giuridici, sulla possibilità di presentasi al seggio e di dichiarare a verbale il proprio rifiuto del voto, la sintesi del discorso sta tutta nella frase conclusiva: "Non cercate scuse: facciamo così e diamo il primo calcio nelle palle al sistema!"
Il mio amico è persona seria e fortemente impegnata sul piano culturale, civile e sociale, anche in forza di un'attività professionale, vissuta con spirito di servizio.
Ha pensato, in passato, di poter tradurre tutto questo in partecipazione attiva alla vita politica, ma ne è uscito frustrato, sconfitto dal sistema di quella che, oggi, si è soliti chiamare "casta".
Non è la sua storia diversa da quella di tanti altri, sono in molti, forse più a sinistra che a destra, coloro che vorrebbero dare quel famoso calcio, ma il sospetto che prende un po' tutti, è che a farsi male sia solo il piede.
Quella dell'astensionismo è storia vecchia, praticata in passato su basi ideologiche, riproposta oggi, nel clima generale di crisi della politica, come una sorte di ultima ratio.
Ingenua la posizione di ieri, ingenua quella di oggi! Inutile ieri, inutile oggi!
Non si costruisce nulla sull'assenza, perché, per quanto motivata, sempre di assenza si tratta, crea un vuoto che, in quanto vuoto, viene subito colmato da qualcos'altro.
Capisco e vivo io stesso il sentimento del mio amico, ma, sinceramente, non diffonderò la mail. Voterò Veltroni e forse non cambierò nulla, ma, per favore, non mi venite a dire che non è cosa diversa dal votare per Berlusconi.
Continuare a crederci è difficile, ma non sono le scelte facili a poter cambiare le cose.

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